Criteri di selezione
Parametri e criteri generali, come ad esempio quelli normalmente adottati in occasione di altri censimenti nazionali e/o regionali, condotti su iniziativa delle regioni e in attuazione di specifiche leggi di tutela, sono quindi stati presi a riferimento ma opportunamente adeguati su scala locale. In questa ricerca, le misure minime indicative di riferimento per le specie più frequenti, riferite alla circonferenza del fusto ad una altezza convenzionale di cm. 130 dal piano di campagna, cosiddetto “a petto d’uomo”, che sono state adottate, sono le seguenti:
Specie botanica misura minima Note
roverella (Quercus pubescens Willd. cm. 270 cm. 240 se in filari o gruppi di due o più
cerro (Quercus cerris L.) cm. 230 cm. 210 in caso di compresenza di altri esemplari maggiori
faggio (Fagus sylvatica L.) cm. 280
frassino maggiore (Fraxinus excelsior L.) cm. 230 cm. 210 in caso di compresenza di altri esemplari maggiori
acero di monte (Acer pseudoplatanus L.) cm. 240
acero campestre (Acer campestre L.) cm. 200
pero (Pyrus communis L.) cm. 150
salice bianco (Salix alba L.) cm. 300
altre specie n. d. valutazioni individuale caso per caso
Tempi e metodologia del monitoraggio sul territorio
Le ricognizioni sul territorio hanno avuto luogo dal 28 marzo 2009 al 27 novembre 2009, per un totale di oltre venti uscite, durante le quali è stata monitorata la maggior superficie possibile, sia del Parco Naturale Sasso Simone e Simoncello, che delle aree contigue limitrofe. Per quanto riguarda il Sasso di Simone, il Simoncello e le attigue zone forestali, e in considerazione della particolarità dei confini amministrativi regionali (che tagliano a metà l’intero comprensorio) è stata compresa anche una parte della Riserva Naturale istituita dalla provincia di Arezzo in comune di Sestino. Il monitoraggio ha anche interessato la zona di territorio attorno a Ca’ Raffaello, compresa fra il fiume Marecchia e i confini del parco, amministrativamente nel Comune di Badia Tedalda, ma che è disgiunta dalla restante parte del territorio di questo comune. La ricerca è stata effettuata sia percorrendo la viabilità stradale, ivi comprese le strade secondarie, a velocità moderata a bordo di automezzi e con individuazione e valutazione “a vista”, sia con escursioni a piedi nelle aree ritenute più vocate alla presenza di esemplari arborei significativi. Un significativo aiuto nella individuazione di esemplari di rilievo è stato fornito dai numerosi collaboratori locali che hanno accompagnato nelle escursioni, in più occasioni, i rilevatori dell’Associazione Patriarchi. In particolare il supporto operativo sul luogo è stato offerto da Claudio Urbinati, Michele Giovagnoli, Antonio Santini, Simone. Inoltre alcune indicazioni sono state ricavate dal “Progetto ecotipi del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello”, una ricerca sulle tradizionali varietà fruttifere del Montefeltro che fu effettuata dalla Cooperativa Gianfranco Valeriani di Carpegna nel 1999 e nella quale erano indicate alcune vecchie piante.
Rilievi e risultati
Sono stati effettuati rilievi e misurazioni su oltre 200 alberi, per i quali è stata compilata una specifica scheda (vedi Appendice 1) contenente tutti i dati. I dati sono stati trascritti e memorizzati su supporto informatico per poter essere meglio analizzati e confrontati. A completamento delle escursioni sul campo il materiale raccolto è stato vagliato e selezionato, quindi inserito in apposito archivio (data-base) in formato file di Microsoft Access. La selezione dei dati grezzi ha portato alla individuazione di N° 185 esemplari arborei ritenuti significativi. Ai fini della più razionale catalogazione, nel data-base, a ciascun esemplare è stato attribuito un numero progressivo di identificazione (ID), di tutti è stata compilata una scheda riassuntiva cartacea nella quale sono riportati gli elementi relativi alla individuazione della specie botanica, alla ubicazione (comune, provincia, località, coordinate geografiche in UTM-WGS84), alle misure (circonferenza del fusto, altezza, età stimata), ad altri elementi descrittivi: forma della chioma – stato sanitario. In calce è riportato il nome del rilevatore e la data. Per una più immediata individuazione della posizione, sulle schede cartacee, è inserita una porzione di cartina topografica con indicato il punto esatto ove è situata la pianta. Per la quasi totalità delle piante è stata effettuata anche la riproduzione fotografica; le immagini sono raccolte in un CD allegato e ogni foto riporta il numero di ID assegnato. Per circa un centinaio di esemplari è presente anche la fotografia in stampa in formato A4 inserita nell’apposito raccoglitore assieme alle schede.
Nelle due tabelle che seguono è indicato il numero degli esemplari, suddivisi rispettivamente in base alla localizzazione (Comune) e alla specie botanica.
Per ogni esemplare incluso nell’elenco è stata registrata la posizione tramite rilevatore GPS (computer palmare modello MIO P560), i dati delle coordinate geografiche sono riferiti al sistema UTM (Universal Transverse of Mercator) sistema geodetico di riferimento Datum WGS 84; in tale proiezione geografica il territorio del Montefeltro ricade all’interno del fuso 33 (Zona 33T). La posizione dei singoli esemplari arborei è stata memorizzata ed utilizzata con un coefficiente di approssimazione del GPS inferiore a 2.5 e quindi con un margine possibile di errore assai basso, valutabile intorno a + o – mt. 5. Non è stata effettuata la correzione relativa alla posizione del rilevatore che, ovviamente, era posizionato, di volta in volta, in prossimità del fusto della pianta e comunque entro un raggio di 3 o 4 metri al massimo. L’altitudine sul livello del mare, rilevata con il GPS, è stata controllata ed eventualmente corretta mediante verifica incrociata con la cartografia topografica cartacea e le curve di livello. I punti così rilevati sono stati trasferiti su personal computer per le elaborazioni, effettuate con software Oziexplorer GPS Mapping Software ver. 3.95.4s su cartografia IGM 1:25000 e/o su cartografia fornita dall’Ente Parco.
Strumenti, misurazioni
La determinazione approssimativa dell’età dei vari esemplari arborei è stata fatta in maniera differenziata, sia con rilevazioni strumentali comparative (es. succhiello di Pressler), sia sulla base dell’esperienza, sia ancora raccogliendo testimonianze sul luogo. In particolare per le specie di piante da frutto, la cui età sovente non è superiore al secolo, e per quelle comunque ubicate nelle corti di abitazioni rurali o presso altri edifici e manufatti, si è tenuto conto di quanto riferito direttamente dai proprietari o da persone del luogo. Il ricorso alle misurazioni dendrologiche con succhiello di Pressler è stato effettuato in sole tre occasioni e comunque, anche per le caratteristiche dello strumento utilizzato, mai direttamente sulle piante censite. Il succhiello utilizzato consente di effettuare un carotamento fino ad una profondità di cm. 40 il che, in situazioni ottimali, consente il prelievo di una carota contenente tutti gli anelli di accrescimento di un albero il cui fusto, nel punto ove viene effettuato il carotaggio, non supera il diametro di cm. 80 (ovvero di fusti con circonferenza massima di cm. 251). Il carotaggio viene effettuato solitamente alla stessa altezza di cm. 130, rispetto al piano di campagna, alla quale viene effettuata la misurazione della circonferenza del fusto. Il prelievo della “carota” viene fatto su un albero di dimensioni inferiori a quello che si intende stimare ma che si trova nella medesima stazione. Sono state effettuate misurazioni sulle seguenti specie arboree: 1) roverella (Quercus pubescens); 2) cerro (Quercus cerris); 3) faggio (Fagus sylvatica). Per ciascuna specie è stata monitorata una unica pianta, scelta nella zona ritenuta più significativa per la specie. Per quanto riguarda la roverella in comune di Pennabilli, zona nella quale è stato censito il maggior numero di soggetti di tale specie; per il cerro in comune di Carpegna, zona Monte Canale-Passo della Cantoniera; per la specie faggio è stata selezionata una pianta nella faggeta di Pianacquadio in Comune di Montecopiolo. La circonferenza a petto d’uomo dei tre esemplari selezionati è compresa fra i 230 e i 240 cm. In comune di Carpegna, per le specie cerro e roverella, è stato inoltre possibile verificare il conteggio diretto degli anelli di accrescimento sulla ceppaia di alcuni alberi abbattuti che si trovavano a breve distanza da esemplari censiti. Sulla base dell’esame effettuato sui tre carotaggi effettuati (numero di anelli conteggiati, ampiezza media, variabilità etc.) sono state costruite delle tabelle matematiche di accrescimento utili ai fini del calcolo approssimativo dell’età delle varie specie in ambienti simili. Nel caso del cerro è stata verificata una pianta di circonferenza pari a cm. 235, in situazione di bosco a circa 900 m. di altitudine. Dal conteggio degli anelli è risultata una età di circa 93-97 anni. L’ampiezza degli anelli evidenzia una fase giovanile, fino al 50° anno di età circa, nel quale l’accrescimento è più consistente, con il raggiungimento della maturità lo sviluppo annuale diviene più ridotto ed omogeneo. Altre ricerche effettuate in campo nazionale testimoniano che la crescita annuale si riduce poi notevolmente nel periodo senile (oltre i 300 anni) e/o qualora intervengano patologie o danni strutturali. Nel caso della presente ricerca, salvo un unico caso, i cerri di maggiori dimensioni censiti, non raggiungono i tre metri di circonferenza, sulla base delle elaborazioni anzi descritte, l’età attribuita a questi esemplari varia quindi dai 90 ai 150 anni circa.
Le misurazioni relative alla circonferenza del fusto si sono avvalse di un normale cordella metrica, mentre per la rilevazione dell’altezza si è fatto ricorso ad un clinometro-ipsometro (Haglof CM-HEC-MD).
Altre informazioni
Oltre alle misurazioni dendrologiche la rilevazione ha preso in esame, per ciascuna pianta, informazioni di tipo strutturale e vegetativo, inerenti il portamento, la forma della chioma, gli aspetti sanitari e la presenza di eventuali patologie, nonché l’eventuale relazione con elementi architettonici e/o ambientali di particolare pregio esistenti nelle vicinanze. La ricerca di informazioni relative alla storia, a tradizioni, avvenimenti e/o episodi particolari legate ai singoli alberi, pur considerata in questa ricerca, non ha dato risultati di rilievo.
Principali specie censite
La roverella (Quercus pubescens Willd.), è presente in tutto il territorio del parco, praticamente su ogni tipo di suolo. Specie eliofila, predilige le posizioni più esposte e con microclima più caldo e temperato, sopportando anche situazioni di aridità, di scarsa fertilità e profondità dei suoli. La si incontra dalle quote più basse fino ad oltre 1000 m. di altitudine sia in forma isolata, che a gruppi o in filari; sia in formazioni boschive frammista al cerro, all’acero campestre e/o ad altre essenze. Assieme al cerro è la specie arborea più frequente ed è quella con maggior numero di esemplari di dimensioni significative che sono stati censiti (66). Fra gli alberi censiti, quello rilevato alla quota più elevata è il n. ID 130 in località Villaggio del Lago, comune di Montecopiolo, che vegeta a mt. 990 sul livello del mare. Gli alberi censiti, ovvero quelli di maggiori dimensioni, sono in prevalenza individui isolati o a piccoli gruppi, quasi sempre su terreni utilizzati a pascolo, a seminativo, a colture foraggere o, ancora, su scarpate stradali o a delimitare proprietà e poderi. Gli esemplari più significativi sono quelli contrassegnati con i n.ri ID 037 e 136 con fusti di circonferenza superiore ai 450 cm. ed età sicuramente plurisecolare. Purtroppo la quercia più significativa individuata nel corso della ricerca, identificata con il numero ID 094, si è stroncata dalla base nel corso del mese di agosto 2009, successivamente ai rilievi effettuati.
Il cerro (Quercus cerris L.) è largamente diffuso nel territorio del parco con presenze però più rarefatte nel settore orientale (comuni di Montecopiolo e Pietrarubbia) dove la minor frequenza di stazioni idonee alla specie ne limitano la diffusione. Rispetto alla roverella predilige infatti suoli più freschi e profondi, nonché quote più elevate e, rispetto a quest’ultima specie, si incontra solo raramente in forma isolata o a piccoli gruppi. Sul versante occidentale del Monte Carpegna, dal Passo della Cantoniera al Monte Canale ma, soprattutto nell’area adiacente ai “sassi” Simone e Simoncello si presenta in formazioni boschive di grande pregio ed estensione. Mal si adatta a substrati decisamente calcarei. Nelle formazioni forestali, dove costituisce la specie dominante, si associa con carpino bianco, acero campestre, acero di monte, frassino maggiore, faggio e altre essenze di particolare pregio come l’agrifoglio. Nonostante l’ampia diffusione di questa quercia sono assai rari gli esemplari di dimensioni significative; la forma di governo a ceduo di questi boschi, solo recentemente avviati all’alto fusto, ha di fatto precluso la conservazione, fino ai giorni nostri, di piante plurisecolari e, quindi, di dimensioni monumentali. Le piante censite infatti sono relativamente poche (18) e in maggioranza di modesto sviluppo rispetto alle potenzialità di questa specie che può raggiungere i cinque secoli di vita e oltre 6 metri di circonferenza a petto d’uomo. L’unico individuo che supera i quattro metri di circonferenza del fusto, con una età stimata superiore ai 200 anni, è quello contrassegnato con il n. ID 030, in località Poggio Bianco nel comune di Pennabilli, peraltro in pessime condizioni vegetative. Gli altri esemplari censiti (sono 18 in totale)
Il faggio (Fagus sylvatica L.) è presente nelle stazioni forestali più elevate del parco. Alcuni lembi di faggeta rivestono un particolare pregio botanico e paesaggistico, come la faggeta di Pianacquadio, in destra orografica del torrente Prena sul versante nord del M.te Carpegna e quella nella parte alta della valle del Fosso Canaiolo presso il Passo della cantoniera. Un altro bel lembo di faggeta si trova sempre sul M.te Carpegna a monte di Scavolino. Il faggio è altresì presente sul Sasso di Simone e Simoncello, sia con esemplari all’interno della cerreta, sia sulla sommità di detti rilievi con esemplari anche di notevoli dimensioni. Le piante più vetuste e di maggiori dimensioni sono quelle che si incontrano a Pianacquadio (ID 123 con circonferenza di cm. 454), nel Fosso Canaiolo con più esemplari di circa 330 cm. e in comune di Sestino, ai piedi del Sasso Simone (ID 155 e 156).
Il frassino maggiore (Fraxinus excelsior L.) nel territorio montefeltrino trova una diffusione più ampia che in altre realtà forestale sia marchigiane che romagnole. Spesso associato ad altre essenze forestali, si colloca generalmente su una fascia altimetrica abbastanza elevata. Notevoli esemplari si incontrano sul sasso Simone e Simoncello, sul Monte Carpegna e in alcuni casi anche nelle corti rurali.
(dati tratti dal censimento effettuato dall’Associazione Patriarchi della Natura in Italia)
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